Davanti alla rappresentazione dei media mainstream di questi giorni, sale la rabbia e lo sconforto. Giornali, tv e radio stanno rappresentando gli avvenimenti in maniera del tutto sbagliata, quasi ridicola, confondendo cause e conseguenze e rendendo un'immagine completamente distorta della situazione. Sì, lo sappiamo, ce lo si doveva aspettare, soprattutto da quei media che ormai scrivono solo dalla propria redazione riprendendo le veline governative, senza avere persone sul campo e senza fare (e farsi) domande scomode. In questo contesto, ci piace segnalare una delle poche eccezioni, quella di Michele Giorgio inviato del Manifesto.
Così, in questa situazione, l'uso delle parole è importante. Non siamo così ingenui da pensare che esistano notizie neutre, così come ogni parola porta con sé un significato e una rappresentazione del reale.
Le parole sono importanti.
Se entrano in Chiesa, magari non una chiesa qualsiasi, ma una importante per il credo, tipo San Pietro a Roma, durante un momento molto importante per la tua religione, tipo la notte di Natale. Bene. Se durante la notte di natale le forze israeliane fanno irruzione sparando gas lacrimogeni, granate sonore e proiettili d'acciaio rivestiti in gomma come hanno fatto durante l'ultimo venerdì di ramadan ad Al-Aqsa ( https://fb.watch/5uiNXedj3t/ ) tu come la prenderesti? Di sicuro non la chiameresti "operazione di polizia per evitare ulteriori tensioni".
Se ti bombardano e colpiscono un palazzo di 16 piani demolendo completamente e uccidendo anche bambini ( https://fb.watch/5taWPUQHne/ ). Tu come la chiameresti? Di certo non penseresti mai che si possa trattare di "obiettivi strategici". E se anche in quel palazzo ci fosse un capo di Hamas, giustificheresti l'uccisione di più di 60 persone, compresi donne e bambini, per uccidere un mafioso?
Se un gruppo di persone organizza una caccia all'uomo, massacrandolo fisicamente, che ha la sola colpa di essere un diverso ( https://fb.watch/5tatPKSAuq/ ) la definiresti mai una "manifestazione di un gruppo politico"?
Se ti occupano la tua casa e augurano anche la tua morte ( https://fb.watch/5taNoCiOp3/ ) lo chiameresti mai "cittadino di uno Stato sotto attacco"?
Se un cittadino di un'altra nazione di occupa casa contro ogni risoluzione dell'Onu, cacciandoti di casa e lasciandoti sostanzialmente senza sapere dove andare. E se questa sopraffazione diventa una consuetudine diffusa, cacciando dal quartiere tutte le persone come te, per sostituirle con altre persone della stessa nazione del cittadino di prima. Tu la definiresti mai come "una contesa di alcuni quartieri di una città"? (https://www.instagram.com/p/COz5Cq2Bl02/ )
Se sei in 2 milioni di persone rinchiuse in uno spazio grande 24 km di lunghezza per 14 di larghezza e per uscire (se ti fanno uscire) devi superare i checkpoint, anche per andare a lavorare tutti i giorni, anche per fare la spesa. Se ti controllano i consumi, potendo toglierti la corrente o l'acqua a qualsiasi ora del giorno, come ti sentiresti?
Se a tutto questo rispondi con il lancio di razzi vecchi e che i tuoi avversari intercettano nel 90% dei casi perché hanno un sistema antimissilistico all'avanguardia. Lo trovi così assurdo? ( https://www.facebook.com/796055370/posts/10165115673185371/ )
Una occupazione militare tu la chiameresti mai "guerra"?
«Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono», diceva Malcolm X.
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