Per chi non lo conosce il Consiglio Nazionale delle Ricerche è il più grande ente di ricerca non universitario italiano.
Ieri 18 novembre, a 98 anni dalla sua fondazione e a conclusione del discorso della Presidente, in cui ha giustamente ribadito l’importanza per il nostro Paese di tale istituzione, il Direttore Generale dichiara che il Prestigioso ente utilizzerà poco più di 3 milioni di euro a fronte di una disponibilità di circa 33 milioni (appositamente dedicati) per il processo di stabilizzazione di circa 400 lavoratori e lavoratrici aventi diritto. In soldoni, appunto, di questi 400 solo 65 saranno assunti.
Come una scossa elettrica la notizia raggiunge i e le 400 e non solo. Lavoratori e lavoratrici aventi diritto ed in attesa ormai da anni, anche dopo aver superato una o addirittura due procedure concorsuali. Ricercatori e ricercatrici che dopo anche 10 anni senza alcuna tutela contribuiscono al fin troppo sfoggiato e mal utilizzato…Prestigio del Cnr. Prestigio derivato dalle centinaia e centinaia di progetti su cui sono previsti assegni di ricerca e tempi determinati di ormai non più giovani lavoratori e lavoratrici.
Il disastro non finisce qui, su un binario parallelo, ormai da mesi, corre il BLOCCO dei Tempi Determinati indetto dalla sede centrale di Roma. STALLO. La grande macchina del pubblico rallenta, quasi si ferma, le vite dei precari no. A pagarne le conseguenze non sono quindi solo gli aventi diritto ma anche, a cascata, centinaia di assegnisti ormai agli sgoccioli dei loro 6 anni di contratto.
Precari e precarie da oggi hanno dichiarato lo stato di sciopero permanente presidiando 24 ore su 24 la sede centrale di Roma.
I tempi sono duri ed a pagarne le conseguenze è la ricerca. I tempi sono duri ed è la stessa ricerca che ci aiuterà.
Speranzosi, seguiamo e sosteniamo i e le ragazze che in questi giorni faranno sentire la propria voce
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